La parola rappresenta per me la realizzazione del pensiero di ogni essere umano, attraverso la quale egli manifesta la propria essenza e le proprie idee. Essa è, inoltre, un potente mezzo di espressione, e proprio per questo ci rende liberi di essere noi stessi.
Perché, tra tutte le poesie di questa raccolta, hai scelto come protagonista “Il mare delle mie parole”?
Quando ho composto “Il mare delle mie parole”, ho sentito l’esigenza di affermare il mio intelletto e la mia posizione di donna libera di scrivere il suo pensiero, in una società che, nel corso di questi ultimi anni, a mio avviso, ha subito un radicale cambiamento, facendoci sentire destabilizzati. Durante la scrittura di questa poesia, ho pensato ai miei ideali e alla persona che sono e che voglio continuare ad essere.
Che ruolo occupa la poesia nel tuo universo?
La poesia è uno dei fulcri del mio universo; è un mezzo attraverso il quale esprimo le mie emozioni. Scrivere e leggere poesie è qualcosa di profondamente catartico per me, ed è, allo stesso tempo, una condivisione dei miei più intimi stati d’animo.
Qual è per te la più significativa di queste poesie?
Tutte queste poesie hanno un significato intenso per me, poiché mi ricordano sentimenti vissuti o condivisi. Sicuramente la più sentita è “Le strade del destino”, da me composta per mio marito.
Anche il ricordo sembra essere una componente importante di quest’opera. Come si manifesta?
Il ricordo è sempre presente nelle nostre vite, a mostrarci ciò che è stato, ma anche ciò che deve essere evitato, ciò che si è perduto per sempre e mai ritornerà. Riguardo a quest’ultima cosa, in “Lucciole” l’immagine di mia nonna è talmente vivida che ogni volta che la rileggo, mi sembra di giocare con lei, pur sapendo che questo è impossibile, e non posso fare altro che provare un’intensa nostalgia di uno dei momenti più spensierati della mia esistenza. Qualcosa di simile accade anche in “Conchiglia”, attraverso il tatto; infatti, stringendo in mano una delle conchiglie raccolte con mia madre durante la mia infanzia, il ricordo ha dato vita al sentimento di gioia da me provato quando ero una bambina.
“Donna -La Voce dell’Anima- è una raccolta di poesie interamente dedicata al genere femminile. Perché hai scelto di scrivere della donna?
Come ho dichiarato nella prefazione, questo è il mio desiderio di sempre. Credo che noi donne abbiamo un ruolo fondamentale in quest’universo ed ho voluto dare espressione ai sentimenti e agli stati d’animo provati da alcune di loro.
La raccolta è divisa in due parti, nella prima parte le protagoniste sono delle donne da te conosciute. Una curiosità, i nomi sono reali?
Le storie sono tutte reali, mentre i nomi li ho scelti io. Quando si scrive su altre persone, deve essere rispettata la loro intimità. Una volta fatto questo, si ha più libertà nell’espressione, e tutto viene da sé.
In alcune tue poesie, come Aurora e Myrhiàm, si intende che l’interlocutore è la madre. Come hai vissuto l’immedesimazione con le due protagoniste?
Aurora e Myrhiàm sono due donne assolutamente diverse tra di loro, così come diversi sono i loro trascorsi. Aurora porta dentro sé un’enorme solitudine, dovuta all’incomprensione di fondo che la separa da sua madre. Ma, allo stesso tempo, è una donna che non si piange addosso, ed affronta la sua debolezza, seguendo il suo percorso per realizzare il suo destino e la sua indipendenza. Invece, Myrhiàm ha un rapporto simbiotico con sua madre, che, seppur distante, perché venuta a mancare, è stata e sempre sarà la sua lanterna. Nell’immedesimarmi con queste due donne, ho provato i loro sentimenti, In particolare, nel caso di Aurora, ho sentito la sua rabbia, ed in quello di Myrhiàm, il suo immenso amore.
Molte delle tue donne vivono un amore incompreso, seppur in modi differenti. Da cosa hai tratto ispirazione per esprimere i loro stati d’animo?
Marta, Elisa, Sara, Elena e Caterina sono donne che hanno conosciuto l’amore in modo tormentato e intenso, perciò anche distruttivo. A differenza di Agata, che sente il desiderio di libertà per superare un amore che le nuoce, loro sono in uno stato iniziale dell’abbandono e, quindi, della sofferenza. Ognuna di loro ha metabolizzato il suo dolore a suo modo, ed io, stando accanto a loro in quei momenti, l’ho condiviso, rendendolo anche mio.
La seconda parte ha come protagoniste alcune donne della Letteratura. È stato emozionante dar loro una voce?
Molti di quei personaggi, come Ottilie, Ophelia, Rita ed Elizabeth, sono state e sono per me, a loro modo, delle eroine, per cui dar loro un'espressione ha avuto un significato profondo. Invece, Milena, Kathe e Remedios sono sempre stati dei personaggi emblematici, misteriosi e, tal volta, quasi incomprensibili. Tuttavia, dar loro una voce ha significato per me mettermi in gioco. Non si è trattato solo di immedesimarsi in un ruolo, ma di viverlo in modo profondo. Spero che questo sia arrivato ai miei lettori.
Com’è nato questo progetto?
Il progetto di una raccolta dedicata alle donne è nato spontaneamente. Dopo aver raggiunto un certo numero di poesie, composte nell’ arco di tempo che va dai miei 19 ai miei 24 anni, ho sentito che era arrivato il momento. Le ho custodite in un cassetto per molto tempo, fino a quando il giorno del mio quarantesimo compleanno, ho sentito di voler fare questo passo. Essere donna in questo mondo non è cosa da poco, ed ogni scelta nel trattare il tema deve provenire, innanzitutto, da una consapevolezza interiore.